Nei prati, boschi e persino lungo i sentieri di campagna abbondano piante commestibili che crescono in maniera selvatica. Queste erbe, spesso considerate semplici “erbacce”, sono invece ricche di proprietà benefiche e offrono ottimi sapori per le tue ricette. Proprio per questo, saper riconoscere e utilizzare le piante spontanee commestibili è molto importante e porta con sé numerosi vantaggi. Ecco quali sono le principali.
Quali sono le erbe spontanee che si possono mangiare?
Le piante spontanee commestibili possono rappresentare una risorsa preziosa per chi desidera arricchire la propria alimentazione con ingredienti genuini, sostenibili e ricchi di proprietà benefiche. Queste piante, infatti, sono anche fonte di vitamine, sali minerali e sostanze antiossidanti. Tuttavia, è bene ricordare che la raccolta andrebbe fatta sempre lontano da strade, campi trattati con pesticidi o luoghi particolarmente inquinati.
Tarassaco
Il tarassaco (Taraxacum officinale), chiamato in Italia anche “dente di leone”, è una delle piante spontanee commestibili più diffuse nei prati italiani. Si riconosce per le sue foglie allungate e dentellate, ma anche per i caratteristici fiori giallo intenso che si trasformano in soffioni bianchi. Il tarassaco cresce dalla primavera all’autunno e si trova spesso in terreni erbosi, incolti o lungo i bordi delle strade di campagna.
Ma come usare il tarassaco? Le foglie giovani sono tenere e leggermente amarognole, ideali per insalate o frittate. I fiori possono essere utilizzati per preparare sciroppi e tisane depurative, mentre le radici tostate sono impiegate come surrogato del caffè.

Wikimedia commons
Malva
La malva (Malva sylvestris) si trova nei prati, lungo i sentieri e ai margini degli orti. Si riconosce per le sue foglie tondeggianti dal bordo dentellato e dalla superficie vellutata al tatto. I fiori della malva sono di un inconfondibile colore lilla-violaceo con venature più scure.
Tutta la pianta è commestibile: foglie, fiori e giovani germogli possono essere consumati crudi in insalata oppure cotti in minestre, risotti e torte salate. La malva è apprezzata per le sue proprietà emollienti e lenitive: spesso viene utilizzata anche per preparare infusi benefici per la gola e per la digestione.

Pixabay
Amaranto
L’amaranto (Amaranthus retroflexus) è tendenzialmente una pianta meno conosciuta, ma comunque molto interessante in cucina e dal punto di vista nutrizionale. Si presenta con foglie ovali di colore verde brillante, e piccoli fiori raccolti in spighe compatte dalle tonalità rossastre o verdastre.
Le foglie giovani dell’amaranto sono ottime lessate o saltate in padella come gli spinaci, mentre i semi (se raccolti in gran quantità) possono essere utilizzati come cereale alternativo senza glutine. L’amaranto cresce facilmente nei campi coltivati, negli orti trascurati e nei terreni soleggiati: questi sono i luoghi dove poterle trovare.

Wikimedia commons
Borragine
La borragine (Borago officinalis) è una pianta di tipo annuale e si può riconoscere per i suoi fiori a forma di stella dal colore blu-viola. Tendenzialmente questi ultimi sbocciano dalla primavera fino all’estate inoltrata.
Le foglie giovani di borragine sono ottime cotte in minestre, risotti o ripieni per pasta fresca (come i tradizionali pansoti liguri). Anche i fiori sono commestibili: possono essere utilizzati per decorare insalate o dessert.

Wikimedia commons
Ortica
L’ortica (Urtica dioica) è forse la più nota tra le piante spontanee e, infatti, si trova spesso in numerose preparazioni. La sua caratteristica è quella di possedere dei peli urticanti che provocano prurito al contatto; quindi, bisogna fare particolare attenzione durante la raccolta.
Nonostante la sua fama “urticante”, però, una volta cotta l’ortica perde completamente la sua capacità irritante ed è ottima per preparare zuppe, risotti, frittate o gnocchi verdi. Inoltre, il suo macerato è un ottimo antiparassitario.

Pixabay
Cicoria selvatica
Erba molto apprezzata nella cucina tradizionale italiana, ha foglie dal colore verde intenso e quando fiorisce produce capolini azzurro-blu visibili soprattutto nei mesi estivi. Le foglie giovani della cicoria selvatica sono ottime crude in insalata oppure cotte come contorno o ripieno per torte salate.
Il loro sapore è piacevolmente amarognolo, caratteristico delle piante spontanee commestibili più pregiate. Potrai trovare la cicoria nei prati aridi, lungo i bordi delle strade rurali e nei campi incolti.

Pixabay
Erbe spontanee velenose più comuni: quali sono
Quando ci si avvicina al mondo delle piante spontanee commestibili, è fondamentale imparare a riconoscere non solo le specie sicure, ma anche quelle pericolose. In Italia, infatti, esistono molte erbe spontanee che possono essere facilmente scambiate per varietà commestibili, ma che in realtà sono tossiche o addirittura letali. Alcune di queste sono:
- Oenanthe crocata (Prezzemolo d’acqua): presente lungo i corsi d’acqua e nei terreni umidi, questa pianta è estremamente tossica anche in piccole quantità. Può essere confusa con il sedano selvatico o il prezzemolo.
- Aconitum napellus (Aconito): diffuso in zone montane e boschive, ha fiori molto appariscenti.
- Atropa belladonna (Belladonna): tipica dei sottoboschi e delle radure, presenta bacche nere lucide che possono attirare. È una delle piante più tossiche d’Europa.
- Digitalis purpurea (Digitale): spesso coltivata anche a scopo ornamentale, cresce spontanea nei boschi e nei prati montani. Le sue foglie contengono principi attivi pericolosi per il cuore.
- Colchicum autumnale (Colchico autunnale): fiorisce in autunno nei prati umidi e può essere confuso con lo zafferano selvatico.

Pixabay
Comments are closed