Nel periodo di malattia, il lavoratore è tenuto a garantire la reperibilità durante le fasce orarie stabilite e presso il domicilio comunicato per consentire ai medici inviati dall’Inps o dal datore di lavoro di accertare le sue condizioni di salute. Tuttavia, non sentire il campanello o il citofono perché rotti o malfunzionanti è causa di assenza ingiustificata del lavoratore, con possibili conseguenze come la perdita della retribuzione per i giorni di malattia.
Il lavoratore pertanto deve essere reperibile durante le fasce orarie stabilite, adottando tutte le precauzioni necessarie, come assicurarsi che il campanello funzioni correttamente al fine di consentire la visita fiscale.
Cosa significa non sentire il campanello per la visita fiscale
In alcuni casi, il lavoratore che sia risultato non reperibile alla visita fiscale del medico incaricato dall’Inps, ha addotto a propria discolpa il fatto di non aver sentito il campanello. Oppure, che sia stato affetto di ipoacusia, ovvero di una riduzione dell’udito che ne abbia impedito l’arrivo del professionista. O, ancora, che il citofono non funzionasse.
In tutte queste situazioni, il medico predispone il verbale nel quale segnala l’assenza ingiustificata del lavoratore nelle fasce orarie previste dalla legge. L’irreperibilità comporta una serie di conseguenze e di sanzioni variabili a seconda dei casi. Si va dalla sospensione del pagamento della retribuzione per i giorni di malattia alle sanzioni disciplinari. Nelle situazioni più gravi si può arrivare al licenziamento.

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Quando si arriva al licenziamento per l’assenza alla visita di controllo
In particolare, nella sentenza numero 6618 del 2007, la Cassazione ha stabilito che l’assenza alla visita di controllo del dipendente durante la malattia, pur non essendo di per sé motivo di licenziamento, può costituire una giusta causa di licenziamento se non giustificata.
Infatti, farsi trovare nel domicilio comunicato e negli orari di reperibilità rappresenta un onere per il lavoratore che rientra nel rapporto assicurativo con l’ente di previdenza, nonché un obbligo accessorio alla prestazione di lavoro principale.
Visita fiscale, cosa succede se non sento il campanello?
Per evitare le conseguenze di cui sopra, il lavoratore deve adottare tutti gli accorgimenti affinché il medico incaricato possa accertare il suo stato di malattia. Situazioni nelle quali non si sente il campanello a causa dell’ipoacusia o perché lo stesso risulti rotto o guasto sono state già giudicate dalla Cassazione. La Corte, nella sentenza numero 9523 del 1993, si è espressa stabilendo che l’assenza di accortezze sia da imputare alla negligenza e all’incuria del dipendente.
Pertanto, il lavoratore dovrebbe verificare che il citofono funzioni bene e, in caso di malfunzionamento, avvisare il medico in qualche modo. Per esempio:
- lasciando un cartello ben visibile sul portone dell’ingresso nel quale si specifichi che il citofono non funziona;
- accertarsi che il portone rimanga sempre aperto nelle ore di visita fiscale;
- fornire istruzioni chiare per contattarlo anche sul numero di cellulare.
Mancata visita fiscale: cosa succede se il citofono è senza nome
Non è giustificabile, in definitiva, il malfunzionamento del campanello di casa o del citofono nel caso in cui il dipendente non abbia adottato tutte le cautele in modo da consentire la visita al medico dell’Inps.
Di più, dalla sentenza della Cassazione, si evince che situazioni e imprevisti di questo tipo, anche condominiali, potrebbero produrre un comportamento ostativo da parte del malato al fine di evitare lo svolgimento della visita di controllo del medico incaricato.
Pertanto, nel contesto della malattia, compete al dipendente anche il doversi accertare che il proprio cognome e nome sia presente sul citofono.
Irreperibilità visita fiscale: il medico arriva mentre si dormiva
Ulteriori situazioni possono causare il mancato svolgimento del controllo. Se, per esempio, salta la visita fiscale perché il medico arriva mentre il dipendente dormiva, lo stesso potrebbe essere sanzionato a meno che non riesca a dimostrare che l’irreperibilità sia dovuta a una causa non imputabile alla sua volontà.
Per esempio, il lavoratore dovrebbe provare che il sonno sia stato dovuto a una condizione fisica compromessa da febbre o assunzione di farmaci, oppure dall’impossibilità di deambulare. A tal proposito, è necessario reperire i documenti che attestino lo stato di malattia e contattare l’Inps o il datore di lavoro per fornirli.
Eventuali motivazioni possono essere descritte in una lettera con la quale si dà giustificazione dell’assenza alla visita fiscale. È importante che la lettera sia redatta in maniera dettagliata e chiara, indicando nel corpo il motivo dell’assenza, i dettagli della visita, l’eventuale documentazione a supporto e la richiesta di accettazione della giustificazione, nonché dell’archiviazione della pratica.
Quali sono gli orari di visita fiscale?
Un po’ di confusione potrebbe esserci anche in merito agli orari di visita fiscale, nei quali il dipendente deve farsi trovare a casa dal medico dell’Inps. Recentemente, infatti, la reperibilità è cambiata in modo da uniformare gli orari delle visite fiscali dei dipendenti privati a quella dei lavoratori del pubblico impiego. Di conseguenza, occorre rispettare le fasce:
- di mattina dalle 10:00 alle 12:00;
- di pomeriggio dalle 17:00 alle 19:00.
Gli orari sono validi per tutti i giorni della settimana, inclusi i festivi e prefestivi. Inoltre, l’obbligo vige anche nelle giornate che siano considerate come non lavorative.
Irreperibilità visita fiscale, quando il medico lascia l’avviso
È importante sapere che, in caso di irreperibilità alla visita fiscale del lavoratore in malattia, il medico normalmente lascia un avviso, contenente la data e l’ora del suo passaggio. La comunicazione contiene anche l’invito a presentarsi per una visita ambulatoriale.
L’avviso viene lasciato preferibilmente a un familiare convivente o a un’altra persona presente nell’abitazione. Pertanto, non trovare l’avviso potrebbe significare che il medico non sia passato per il controllo. In situazioni di questo tipo, come fa il dipendente a sapere se arriva la visita fiscale? Ecco, alcuni modi:
- si può controllare sul portale dell’Inps, nella sezione “Sportello per il cittadino per le visite mediche di controllo” con l’esito descritto dal medico;
- si potrebbe ricevere una comunicazione via PEC o raccomandata dall’Inps o dal datore di lavoro.
Come avvisare l’Inps per assenza di visita fiscale
Lo stesso servizio dell’Inps “Sportello per il cittadino per le visite mediche di controllo” può essere utilizzato per comunicazioni inerenti le modalità di svolgimento del controllo. Ad esempio, per comunicare il cambio di indirizzo di reperibilità per la visita fiscale durante un evento di malattia. In alternativa, si può contattare il Contact Center dell’Inps ai numeri 803 164 (dal telefono fisso) o 06 164 164 (dal cellulare).
È importante comunicare il cambio di reperibilità anche al datore di lavoro. Tale comunicazione può essere fatta tempestivamente durante la malattia ma, in ogni caso, un eventuale cambio di domicilio dovrebbe essere sempre comunicato nel momento in cui si verifichi anche ai fini di una futura visita fiscale.
Procedure rapide di questo tipo possono essere utilizzate anche per comunicare l’assenza momentanea per andare in farmacia durante gli orari di visita fiscale.

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Quante volte suona il medico fiscale?
Anche in base alle nuove norme entrate in vigore contro i furbetti, i controlli medici non hanno un limite numerico. Infatti, sia il datore di lavoro che l’Inps possono richiedere visite mediche di controllo anche in maniera ripetuta, perfino nello stesso giorno di assenza del lavoratore dal lavoro per malattia e nel giro di poche ore. La ripetitività dei controlli deve rispettare, naturalmente, le fasce orarie.
Inoltre, diversamente da quanto si pensava non fosse possibile in passato, la visita fiscale può avvenire anche nel primo giorno di assenza per malattia. La ragione di questa norma consiste nell’evitare che i lavoratori dipendenti possano programmare assenze in specifici giorni della settimana, come il lunedì, il venerdì o nei giorni ponte.
L’assenza di un numero limite ai controlli potrebbe far nascere il dubbio che il lavoratore possa essere vittima di atti persecutori. Tuttavia, la legge predispone che, in caso di contestazione, spetti al dipendente dimostrare che la ripetitività delle visite fiscale abbiano avuto come finalità quella di danneggiare il lavoratore.
Quando è giustificabile l’assenza alla visita fiscale
È importante osservare che il dipendente può assentarsi durante le fasce di reperibilità per motivi specifici e disciplinati dalle norme. Ad esempio, è giustificabile l’assenza per:
- situazioni nelle quali il lavoratore sia costretto a sottoporsi a terapie salvavita;
- malattie gravi e dimostrate elencate nella Tabella A allegata al D.p.r. 834 del 1981 (prime tre patologie) e in quelle rientranti nella Tabella E;
- l’ospedalizzazione;
- l’esecuzione di visite mediche improrogabili;
- il sopraggiungere di impedimenti molto gravi;
- la situazione di stati patologici sottesi e connessi all’invalidità di almeno il 67%.
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