Con l’arrivo dell’estate, rinfrescare gli ambienti diventa spesso una necessità. Non è un caso che i climatizzatori siano diventati parte integrante del contesto domestico e degli interni in generale: possono rivelarsi fondamentali in diversi periodi dell’anno, ma non più solo con i modelli classici poiché si stanno diffondendo delle valide alternative. Capire come funziona il raffrescatore ad acqua, con pro e contro, permette di approcciarsi all’eventuale acquisto di un climatizzatore con diverse opzioni da valutare.
Pro e contro del raffrescatore ad acqua
Nonostante i condizionatori ad aria siano una scelta comune e abbiano dominato il mercato per anni, col tempo si è notato che i loro consumi e i relativi costi possono rappresentare un ostacolo in diversi contesti. Per questo, i raffrescatori ad acqua stanno emergendo come soluzioni più convenienti per varie tipologie di ambienti o aree in cui non conviene utilizzare i classici climatizzatori.
Pur trattandosi di un’alternativa spesso conveniente e più economica, è importante sottolineare pro e contro del raffrescatore ad aria per ragionare attentamente sul suo acquisto.

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Il raffrescamento ad acqua: tutti i vantaggi
Tra i vantaggi più importanti di questi elettrodomestici emerge la loro autonomia: i raffrescatori ad acqua non necessitano di un’unità esterna per funzionare. Non a caso sono tra i condizionatori che si possono installare senza balcone.
- L’utilizzo dell’acqua per raffreddare il condensatore evita di dover forare le pareti e risparmiare in lavori di muratura. Ciò lo rende un’ottima soluzione per contesti in cui non è facile effettuare interventi strutturali. Le macchine possono essere inoltre installate liberamente su qualsiasi tipo di parete ma per sicurezza, conviene sempre rivolgersi a un professionista.
- Anche i raffrescatori ad acqua possono inoltre essere usati durante le stagioni fredde come sistema di riscaldamento. L’acqua calda erogata dalla caldaia ha una temperatura tra i 40 e i 50 ° C, che permette quindi di risparmiare anche sul combustibile.
- Tuttavia, la caratteristica migliore di questa tipologia di climatizzatori riguarda la loro efficienza: i raffrescatori ad acqua garantiscono alte prestazioni e un buon ricircolo dell’aria, riducendo l’impatto anche sui costi dell’energia elettrica.
- Il raffreddamento avviene infatti tramite l’acqua di rete che finisce nello scarico. L’acqua trasporta più energia dell’aria, perciò i raffrescatori possono garantire un’elevata efficienza rispetto ai classici climatizzatori a un minor impatto ambientale e a consumi minori.
Svantaggi dei climatizzatori ad acqua
Anche sono decisamente in minoranza rispetto ai vantaggi, anche i raffrescatori ad acqua possono generare criticità. Tra i difetti maggiori c’è la rumorosità, superiore rispetto ai condizionatori ad aria: il posizionamento dell’elettrodomestico fa la sua parte in questo senso, trovandosi spesso all’interno degli edifici con tubo d’acqua e scarico.
I modelli più recenti sono più silenziosi, ma ancora lontani dal comfort dei climatizzatori classici. Inoltre, può capitare che il raffrescatore lasci l’aria più secca generando un’umidità non sempre gradevole.
Come funziona il raffrescamento ad acqua?
Lo scopo dei climatizzatori è di generare freddo o caldo sfruttando uno specifico gas che funge da fluido termovettore: tramite l’aria o tramite l’acqua, il gas viene raffreddato o riscaldato all’occorrenza per poi essere emesso dal climatizzatore. I raffrescatori ad acqua, chiamati anche ventilconvettori, forzano questa diffusione dell’aria attraverso la circolazione dell’acqua.
L’aria, passando all’interno del raffrescatore, cede il suo calore tramite una ventola che la incanala e la costringe ad attraversare il pacco alveolare in cui si trova l’acqua. Quest’ultima viene raffreddata da un apposito refrigeratore e viene poi usata per raffreddare l’aria prima che venga diffusa negli ambienti di casa tramite i terminali dell’elettrodomestico.
Quindi l’elettrodomestico raffredda l’acqua che viene poi utilizzata per assorbire il calore dell’aria, spingendola poi in una ventola che la raffredda e la espelle.

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I condizionatori ad acqua portatili
Il funzionamento dei climatizzatori ad acqua fissi è condiviso con i raffrescatori portatili, che sono mobili e possono quindi essere trasportati in qualsiasi ambiente della casa.
Non bisogna confondere questi elettrodomestici con i ventilatori che usano acqua e ghiaccio per abbassare la temperatura domestica in ambienti molto piccoli. Un condizionatore ad acqua portatile ha un’autonomia media di circa 6-8 ore, dopodiché può continuare a funzionare tramite il raffreddamento ad aria.
Quanto consumano i condizionatori ad acqua: le stime
Parlando concretamente di consumi, i condizionatori ad acqua possono avere impatti variabili che dipendono principalmente dall’efficienza energetica dell’elettrodomestico, dal modello e dalla frequenza d’uso.
Sulla base di queste variabili, un raffrescatore ad acqua può consumare da 1,2 a 9 kWh nell’arco di 24 ore. Con una media di 3 kWh al giorno, un raffrescatore consuma quindi meno rispetto ai climatizzatori più tradizionali.
Anche in questo caso, è possibile risparmiare con il condizionatore impostando un timer o abbassando la temperatura negli orari notturni. Il raffrescatore ad acqua può inoltre essere collegato a dispositivi smart e di domotica, ottimizzando ulteriormente i consumi sulla base di specifiche circostanze.
Quanto costa un condizionatore ad acqua?
Sono molti i modelli di raffrescatori ad acqua disponibili sul mercato. Anche il prezzo subisce numerose variazioni in base ai modelli, realizzati per soddisfare diverse esigenze per diversi contesti.
I modelli portatili di condizionatori ad acqua, possono costare anche poche decine di euro, mentre i modelli fissi con buona efficienza energetica possono arrivare a costare tra i 1.000 e i 2.000 euro, raggiungendo anche prezzi più elevati. Molto dipende dalle dimensioni, dalla potenza e dall’efficienza del modello, ma le soluzioni tra cui scegliere sono davvero numerose.
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