Penne e pennarelli sono oggetti di uso quotidiano che popolano uffici o abitazioni, soprattutto quelle con bambini in età scolare. Per questo spesso vengono dati per scontati, nonostante rappresentino una sfida concreta per il corretto smaltimento domestico. Composti da materiali misti e non sempre riciclabili, infatti, vanno gestiti con attenzione per evitare errori nella raccolta differenziata. Ma come fare? Importante è conoscere la destinazione giusta di ogni componente per capire dove si buttano le penne.
Dove buttare le penne esaurite e finite
Quante volte in modo del tutto automatico una penna esaurita è stata gettata nel cestino dei rifiuti senza pensare ad un effettivo smaltimento responsabile? Il problema è che le classiche penne biro o quelle a sfera rientrano in una categoria di oggetti realizzati con più materiali e dunque non definibili chiaramente per quanto riguarda lo smistamento al termine del loro utilizzo.
La loro struttura complessa e la piccola dimensione, inoltre, rendono difficile e costoso un processo di riciclo meccanico. Di fatto, dunque, è impossibile separare i componenti a livello domestico. Una problematica effettiva che colloca le penne esaurite nella categoria dei rifiuti indifferenziati.
Una classificazione che vale anche per chi si stesse chiedendo dove si buttano le penne BIC. Nonostante l’apparente semplicità strutturale, non possono essere inserite né nella plastica né nell’alluminio. La regola generale è dunque chiara: le penne che non scrivono più perché hanno terminato la sua funzione, che siano biro o a sfera, si gettano nel secco residuo, ovvero nell’indifferenziato.
Alcuni comuni italiani hanno attivato progetti pilota in collaborazione con aziende di riciclo che consentono il recupero di penne, evidenziatori e strumenti da scrittura attraverso circuiti alternativi alla raccolta urbana. Tali iniziative però sono ancora limitate e coinvolgono soprattutto scuole, uffici e attività commerciali. In assenza di programmi simili nel proprio comune, resta valido l’indifferenziato.
Una questione a parte è rappresentata dalle penne stilografiche. Queste, se realizzate in materiali di pregio o metalli riciclabili, potrebbero rientrare in categorie diverse. Il consiglio, dunque, è di portarle all’ecocentro e verificare con gli addetti la destinazione corretta.

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Dove si buttano i tappi delle penne?
Buttare il tappo delle penne apre una questione a parte. A differenza del corpo, infatti, potrebbe essere inserito nel contenitore della plastica, ma solo a determinate condizioni.
La prima discriminante riguarda la dimensione: i tappi troppo piccoli, ossia sotto i 3 cm, non vengono intercettati correttamente nei sistemi di selezione meccanica degli impianti di riciclo e rischiano di finire comunque in discarica o negli inceneritori. Per questo motivo molti comuni sconsigliano di inserirli nel contenitore della plastica.
Inoltre, alcuni tappi, specialmente quelli delle penne cancellabili o dei pennarelli, sono realizzati in plastiche miste o dure, non sempre adatte al riciclo standard. Questo vuol dire che non devono essere messi nel multimateriale.
In caso di dubbio si consiglia di trattare anche i tappi come rifiuto indifferenziato, soprattutto se non si è certi della composizione del materiale. E, se ancora si hanno delle perplessità, è sempre consigliato fare riferimento all’ecocentro comunale.
Dove gettare i pennarelli
I pennarelli sono un altro oggetto ibrido “misterioso”, almeno per quanto riguarda il loro smaltimento. Come le penne a sfera, infatti, non possono essere gettati nella plastica, anche se sembrano composti principalmente da questo materiale.
Tutto dipende dalla loro realizzazione con materiali misti come punta in feltro, inchiostro e, talvolta, componenti in metallo o silicone. Il loro destino, dunque, non può essere altro che secco residuo. Ossia i pennarelli si buttano nella raccolta indifferenziata.
Anche gli evidenziatori, i pennarelli indelebili e quelli per lavagne bianche seguono la stessa regola. Per quanto riguarda alcuni modelli più moderni dove sono inclusi anche sistemi a cartuccia ricaricabile o serbatoi sostituibili, si potrebbe valutare lo smaltimento differenziato, ma la regola generale resta invariata. Senza una separazione netta dei materiali continua a trattarsi di rifiuto indifferenziato.
Esistono però alcune eccezioni legate a circuiti di riciclo specializzati. Alcune aziende stanno collaborando con enti scolastici per creare programmi di raccolta separata degli strumenti di scrittura esausti. Tuttavia questi progetti non sono ancora diffusi capillarmente e, al di fuori di essi, il cittadino è chiamato a seguire le regole base della raccolta urbana.

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Come riciclare le penne invece di buttarle
Se il corretto smaltimento prevede spesso l’indifferenziato, il riutilizzo creativo rappresenta una valida alternativa. Questo vuol dire che le penne usate e finite potrebbero trovare una nuova vita attraverso il così detto upcycling, riducendo la produzione di rifiuti e stimolando la fantasia. Ecco alcune idee utili:
- Portapenne o contenitori: utilizzando i corpi vuoti delle penne e incollandoli insieme, si possono realizzare portapenne originali o piccoli contenitori da scrivania.
- Progetti didattici: le scuole spesso accettano materiali per laboratori creativi. Le penne esaurite possono diventare strumenti per costruire piccoli robot, strutture geometriche o elementi decorativi.
- Oggetti d’arredo: con l’uso di colle forti e basi rigide, si possono creare cornici, lampade o elementi decorativi assemblando solo penne riciclate.
- Strumenti per giardinaggio: alcune penne vuote possono diventare etichette per piante, bastoncini per supportare piccoli steli o strumenti per segnare il terreno.
Oltre al riuso, un’alternativa ecologica è quella di orientarsi verso penne ricaricabili, in metallo o materiali compostabili. Alcuni produttori propongono modelli realizzati in PLA, un polimero derivato da mais e biodegradabile, oppure modelli interamente smontabili per facilitare il riciclo.
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