Il monossido di carbonio – abbreviato comunemente in CO – è un gas inodore, incolore e insapore, ma soprattutto estremamente tossico: è soprannominato “killer silenzioso” in quanto riesce ad accumularsi in casa senza che chi ci abita si accorga della sua diffusione, mettendo a rischio la sua salute e persino la sopravvivenza. Di seguito i consigli su come individuare il monossido di carbonio in casa, quali apparecchi tenere sotto controllo e quali provvedimenti prendere per proteggere se stessi e i propri cari, e prevenire casi di avvelenamento.
Come riconoscere il monossido di carbonio in casa
Come accennato la natura inodore, incolore e insapore del monossido di carbonio rende piuttosto difficile la sua individuazione all’interno di una casa, e aumenta il suo già alto grado di pericolosità. Esistono però dei segnali indiretti che consentono di riconoscerne la presenza, e a cui è estremamente importante prestare la massima attenzione.
Sintomi di avvelenamento
L’avvelenamento da monossido di carbonio può manifestarsi con sintomi che, a prima vista, potrebbero essere attribuiti ad altri disturbi come un’intossicazione alimentare o un’influenza. I sintomi principali sono:
- Mal di testa persistente caratterizzato da un dolore sordo e continuo;
- Nausea e vomito con malessere generale, tipici di un’intossicazione;
- Stanchezza e debolezza improvvisa e apparentemente inspiegabile;
- Confusione mentale, disorientamento e difficoltà a concentrarsi;
- Problemi respiratori, con fiato corto e senso di costrizione al petto;
- Perdita di coscienza o persino coma nei casi più gravi.
Tutti questi sintomi possono variare per intensità in base alla concentrazione di monossido di carbonio nell’ambiente e al tempo di esposizione ad esso: tendono infatti a migliorare notevolmente quando si abbandona l’ambiente contaminato, e ciò rappresenta anche un segnale importante per sospettare la presenza di CO.

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Controllare gli apparecchi a combustione
Quali elettrodomestici e apparecchi producono monossido di carbonio? Apparecchi a combustione come caldaie, stufe a gas, camini e scaldabagni sono le fonti più comuni di monossido di carbonio in casa. Per questo motivo non è ad esempio un bene dormire con la stufa a pellet accesa.
Al fine di riconoscere eventuali anomalie, è opportuno prestare attenzione a:
- Fiamme anomale, di colore giallo invece che blu: ciò potrebbe indicare una combustione incompleta e una conseguente diffusione di CO nell’aria;
- sporco o fuliggine attorno agli apparecchi a gas o a legna, che evidenziano dei problemi nella combustione;
- odore di bruciato o fumo insolito, causati da altri sottoprodotti della combustione che fortunatamente non sono inodori come il CO;
- malfunzionamenti frequenti: gli apparecchi che si spengono spesso o non funzionano correttamente potrebbero non rilasciare i gas di scarico nel modo corretto.
Verificare la canna fumaria
Una canna fumaria ostruita o danneggiata è una delle principali cause di accumulo di monossido di carbonio. Di conseguenza è consigliabile controllare che non vi siano:
- Ostruzioni come foglie, detriti, nidi di uccelli che impediscono lo scorrimento di un normale flusso d’aria e dunque l’uscita corretta dei gas di scarico;
- danni strutturali come crepe o lesioni della canna fumaria, che potrebbero causare perdite di monossido di carbonio in casa;
- segni di malfunzionamento come un eccesso di condensa o di umidità, nonché le già citate tracce di fuliggine vicino alla canna fumaria.
L’ambiente è ben ventilato?
Anche una ventilazione insufficiente dell’ambiente domestico può contribuire ad un accumulo malsano di monossido di carbonio. Proprio per prevenire situazioni di questo tipo, le stanze in cui sono presenti degli apparecchi a combustione dovrebbero essere le più ventilate della casa e godere di un frequente ricambio d’aria per evitare accumuli pericolosi di CO anche in caso di guasti.
Si consiglia in generale di aprire regolarmente le finestre della casa e lasciar aerare correttamente l’ambiente, in particolare quando si utilizzano stufe o camini; l’installazione di rilevatori di CO in punti strategici della casa (vicino alle camere da letto e agli apparecchi a combustione) consentirà di scoprire se la concentrazione di monossido di carbonio in un locale risulta pericolosa.

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Dove si trova il monossido di carbonio in casa?
Sono presenti praticamente in ogni casa degli apparecchi che possono rilasciare quantità di CO pericolose per l’uomo. I più diffusi sono:
- cucine a gas, stufe a gas, legna o pellet, caldaie e scaldabagni a gas particolarmente datati o che non ricevono una adeguata manutenzione nel tempo;
- caminetti con canna fumaria ostruita o in cui è stata usata legna umida;
- generatori portatili utilizzati in spazi chiusi come garage o cantine;
- automobili, tosaerba e altri utensili alimentati a gas e tenuti accesi al chiuso, anche per pochi minuti;
- barbecue o griglie a carbone utilizzati in ambienti interni o poco ventilati.
Cosa fare se si sospetta la presenza di monossido di carbonio
Nel caso in cui si sospetti la presenza di CO in casa, è di fondamentale importanza prendere seri e immediati provvedimenti, poiché il giusto tempismo può salvare delle vite. Più precisamente è necessario:
- Uscire immediatamente dall’abitazione portando con sé tutti i suoi occupanti, compresi eventuali animali domestici, recandosi all’aria aperta ed evitando accuratamente di rientrare finché il problema non sia stato risolto;
- aprire porte e finestre per ridurre la concentrazione di monossido di carbonio in casa, purché sia sicuro farlo;
- contattare i soccorsi e più precisamente i Vigili del Fuoco al numero 115 per segnalare l’accaduto, descrivendo la situazione ed eventuali sintomi da avvelenamento di chi era presente in casa;
- in caso di sintomi di avvelenamento da CO chiamare un’ambulanza o recarsi al Pronto Soccorso più vicino, poiché questo disturbo richiede trattamenti specifici;
- una volta rientrata l’emergenza, contattare un tecnico specializzato che provveda a effettuare una ispezione accurata di tutti gli apparecchi a combustione presenti in casa, e non utilizzarli fin quando non siano stati riparati o giudicati sicuri;
- installare dei rilevatori di CO certificati se non già presenti in casa, e investire in una manutenzione adeguata di tutti gli apparecchi.
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