Sia che si tratti di un minuscolo bonsai, di una pianta da balcone o da giardino oppure di un arbusto di dimensioni notevoli, la morta di una pianta è sempre uno spiacevole inconveniente: oltre alla perdita di un grazioso ornamento per la casa, si presenta infatti anche l’incognita di come procedere con il suo smaltimento nel rispetto dell’ambiente e delle normative sulla raccolta differenziata. Per sapere dove si butta una pianta morta e secca correttamente basterà seguire le indicazioni giuste.
Il modo per buttare una pianta morta e secca
Qualsiasi tipo di pianta che viene introdotta in casa rientra di diritto nella categoria dei rifiuti organici, ossia dell’umido: sarà dunque questo il principale riferimento per capire come procedere.
Poiché i rifiuti organici sono destinati al compostaggio e alla produzione di biogas, contribuendo a un corretto riutilizzo delle risorse a disposizione, prima di procedere con lo smaltimento vero e proprio della pianta morta è necessario eliminare qualsiasi sua parte che sia composta da materiali non organici:
- vasi di plastica
- nastri
- supporti metallici
- etichette di vario tipo
Questi andranno smaltiti separatamente nelle rispettive categorie. Anche i fiori secchi hanno regole specifiche per la raccolta differenziata. Si raccomanda in ogni caso di consultare le normative del proprio Comune in ambito di raccolta differenziata, poiché le regole per lo smaltimento potrebbero variare da un Comune all’altro.

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Dove si buttano le piante grandi?
Se la pianta morta e secca è di grandi dimensioni, si consiglia di tagliarla con delle forbici da giardinaggio per rendere più semplice il suo inserimento nel contenitore dell’umido. Una volta fatto ciò, sarà sufficiente collocare i resti della pianta in un sacchetto biodegradabile o compostabile e conferirlo nell’apposito bidone di colore marrone riservato ai rifiuti organici.
Dunque non è possibile smaltire nel bidone dell’umido piante molto grandi. Rimangono però le seguenti alternative:
- Ridurne il volume tagliandole con un seghetto, delle cesoie o una motosega;
- Conferirle direttamente in un centro di raccolta o un’isola ecologica;
- Usufruire del servizio di ritiro rifiuti ingombranti, disponibile e gratuito in molti Comuni (almeno per i rifiuti verdi). Sarà sufficiente contattare il gestore dei rifiuti, e richiedere il ritiro della pianta, specificando il tipo di materiale di cui è composta e le sue dimensioni.
- Il compostaggio domestico, particolarmente vantaggioso per chi è già provvisto di giardino e di una compostiera.
Perché la pianta morta si butta nell’umido?
Se è vero che ci sono diverse piante che non muoiono mai, le piante ormai secche o morte sono generalmente considerate rifiuti biodegradabili: se smaltite correttamente nel bidone dell’organico, vengono inviate a degli appositi impianti di compostaggio industriale in cui verranno convertite in compost di alta qualità insieme ad altri rifiuti organici come ad esempio gli avanzi di cibo.
I casi in cui non si può buttare la pianta nell’umido
Alcune piante malate o infette, oppure che sono state trattate con pesticidi e altri prodotti chimici, potrebbero non essere adatte per il compostaggio poiché a rischio di contaminazione del compost; ed è anche possibile che in alcune aree non venga effettuata la raccolta dell’umido, o che il bidone condominiale dell’umido non sia sufficiente a contenere il volume dell’intera pianta.
In questi casi potrebbe essere necessario, a seconda di quanto stabilito dal Comune, smaltire la pianta come rifiuto indifferenziato oppure portarla in appositi centri di raccolta o isole ecologiche, ovvero le strutture attrezzate per gestire i rifiuti verdi, anche di grandi dimensioni.
Un’altra alternativa al conferimento di questo tipo di rifiuti è il compostaggio domestico: raccogliendoli in un apposito contenitore è possibile anche in casa produrre il compost, che si rivelerà un ottimo fertilizzante naturale per il giardino.

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Dove si butta la terra dei vasi rimasta?
Un discorso a parte merita la terra rimasta nel vaso di una pianta morta: essa infatti non è considerata un rifiuto organico puro ma un rifiuto speciale, appartenente alla categoria delle terre e rocce da scavo poiché potrebbe contenere materiali non organici o inerti che andrebbero a contaminare il compost.
Di conseguenza la terra rimasta va smaltita separatamente rispetto alla pianta in sé, e in modi differenti a seconda della quantità di terra che si ha a disposizione:
- In quantità più piccole è consentito in alcuni Comuni il conferimento nel bidone del residuo secco (rifiuto indifferenziato) insieme alle altre tipologie di rifiuti non riciclabili;
- In quantità più ingenti è necessario ancora una volta rivolgersi a un centro di raccolta, poiché grossi quantitativi di terra per piante non possono essere gettati nei classici bidoni per il rifiuto indifferenziato.
È comunque possibile dare una “nuova vita” alla terra appartenente alla pianta morta, aggiungendola a del terriccio nuovo o del compost e spargendola in aiuole o altri vasi: ciò contribuirà a rafforzare le proprietà nutritive del suolo ed aumentarne la qualità, rendendo più forti e rigogliose le piante che vi crescono.
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