Testo unico dei bonus edilizi, le proposte della Commissione Ambiente della Camera dei deputati

Con la conclusione mercoledì 19 marzo 2025 dell’“Indagine conoscitiva sull’impatto ambientale degli incentivi in materia edilizia”, avviata nel marzo 2023 dalla Commissione Ambiente della Camera dei deputati, comincia a prendere forma il Testo unico dei bonus edilizi. Secondo quanto sottolineato nel documento approvato, infatti, nel corso dell’attività conoscitiva “è emersa in via generale l’esigenza di una riforma del sistema di incentivazione nel suo complesso in funzione di una maggiore razionalizzazione che renda economicamente ed ecologicamente sostenibile l’investimento in termini di rapporti costi-benefici così come non è avvenuto con il superbonus 110 per cento, tenuto conto della revisione dei regimi fiscali di detrazione e delle questioni legate all’impatto economico sulla finanza pubblica emerse con particolare riguardo proprio al superbonus”. Si va verso, dunque, una riforma generale delle detrazioni. In considerazione, anche, degli obiettivi europei di riduzione del 55 per cento delle emissioni nette di gas serra entro il 2030 e dell’entrata in vigore della nuova direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia

Le criticità e l’esigenza di un riordino 

Nel documento è stato inoltre sottolineato che “l’indagine condotta dalla Commissione ha consentito di affrontare numerose tematiche riguardanti il complessivo sistema degli incentivi in materia edilizia e l’esigenza di un loro riordino alla luce della valutazione dell’impatto ambientale e delle criticità emerse”. 

E ancora: “Gli elementi conoscitivi acquisiti nel corso dell’indagine mettono in luce il ruolo di impulso svolto dagli strumenti di incentivazione nel miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici nel corso degli anni e nella riduzione delle emissioni, a partire dall’avvio dei meccanismi nel 2007 con un’accelerazione negli ultimi anni in corrispondenza con l’operatività del cosiddetto superbonus. Tuttavia, secondo quanto riportato sono state mosse critiche agli incentivi in materia edilizia in Italia, in particolare al superbonus 110 per cento. Pur riconoscendo l’importanza di efficientare il patrimonio edilizio nazionale, vetusto e poco efficiente dal punto di vista energetico, è stato sottolineato che in Italia ci sono forse troppi strumenti di incentivazione mal gestiti, alcuni sovrapposti o in conflitto tra loro”. 

Le proposte per un Testo unico dei bonus edilizi

Alla luce di quanto emerso, degli elementi conoscitivi acquisiti e delle proposte avanzate nel corso delle audizioni sotto il profilo dell’impatto ambientale, sono state avanzate le seguenti considerazioni in vista di una revisione degli incentivi in materia edilizia

1) occorrerebbe definire un quadro di strumenti stabile, al fine di evitare distorsioni sui prezzi, assicurare una maggiore sostenibilità nel tempo degli investimenti e tutelare l’affidamento di famiglie e operatori economici; 

2) sarebbe opportuna una razionalizzazione dei meccanismi di incentivazione, considerato che talune tipologie di spese sono agevolabili nell’ambito di vari regimi di sostegno e che andrebbe più in generale valutato se incentivare le spese che comunque sarebbero sostenute anche in assenza di incentivi; 

3) l’esigenza di semplificazione dovrebbe riguardare sia la confluenza della disciplina delle agevolazioni in un unico veicolo normativo (testo unico), sia gli adempimenti a carico degli utenti finali nella prospettiva di una velocizzazione delle procedure

4) occorrerebbe valutare, ferma restando la compartecipazione degli utenti, una modulazione delle aliquote di incentivazione ovvero dei meccanismi di finanziamento anche mediante trasferimenti diretti, che dovrebbero tenere conto della situazione di povertà energetica dei beneficiari, della necessità di non escludere dal beneficio categorie di contribuenti che si trovano in una condizione di incapienza fiscale, del carattere più o meno energivoro degli edifici, nonché del risparmio energetico generato ad esempio in termini di miglioramento di classi energetiche ovvero dell’energia primaria fossile risparmiata in linea con quanto previsto nella citata direttiva; 

5) più in generale gli incentivi dovrebbero essere indirizzati in modo più mirato al raggiungimento degli obiettivi climatici, di risparmio energetico, di promozione dell’autonomia energetica da fonti rinnovabili, quale strumento di implementazione delle politiche di decarbonizzazione in un’ottica di maggiore connessione con il Pniec; in tal senso, si potrebbe valutare anche l’utilizzo di criteri che si concentrano sul livello di emissioni risparmiato per metro quadrato; 

6) andrebbe valutata l’opportunità di riconfigurare il sistema degli incentivi su tessuti edilizi ed urbanistici più ampi, a partire dai condomini, anche al fine di massimizzarne l’impatto ambientale, sociale e di messa in sicurezza e di ricollegarne la funzione a finalità di autoproduzione energetica attraverso le comunità energetiche, e incentivi fiscali per la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte solare o eolica ad uso domestico, nonché per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici; in tale ambito, le operazioni di demolizione e ricostruzione possono svolgere un ruolo importante per finalità di miglioramento energetico e di rigenerazione urbana; 

7) particolare attenzione dovrebbe essere dedicata alla qualità degli interventi agevolabili, allo scopo di puntare sull’utilizzo di tecnologie innovative e di materiali maggiormente prestazionali in termini di eco sostenibilità e riciclabilità, sulla base di una valutazione che comunque dovrebbe tenere conto complessivamente delle caratteristiche di tali materiali e dei loro utilizzi nella riqualificazione e nella messa in sicurezza degli edifici; 

8) grande importanza dovrebbe continuare a rivestire l’agevolazione di interventi per la riduzione del rischio sismico, di cui andrebbe valutato in modo più accurato l’impatto e il miglioramento della classe sismica; nella riforma delle detrazioni prospettata dal Pniec si fa riferimento alla concessione di benefici crescenti in funzione della performance energetica raggiunta, tenendo anche conto delle performance sismiche per le aree ad alto rischio; al riguardo, appare necessario prevedere che il riconoscimento dell’agevolazione fiscale per l’efficientamento energetico sia accompagnato preferibilmente dallo svolgimento della valutazione della vulnerabilità strutturale/sismica dell’edificio interessato dall’intervento; 

9) gli interventi riguardanti gli edifici pubblici e l’edilizia residenziale pubblica e sociale rivestono un ruolo cruciale nell’ambito del miglioramento dell’efficienza energetica; al riguardo, nell’ambito dei meccanismi esistenti appare necessario procedere quanto prima alla revisione del conto termico al fine di incrementarne l’utilizzo, nonché monitorare il nuovo strumento previsto all’interno del Pnrr per migliorare l’accesso ai finanziamenti per le ristrutturazioni energetiche dell’edilizia pubblica anche residenziale e sociale (investimento 17); 

10) è essenziale promuovere la qualificazione delle imprese edilizie per garantire trasparenza, affidabilità e sicurezza anche in conformità con le direttive dell’Ue sull’efficientamento energetico, considerato che l’aumento del numero delle imprese qualificate migliora la qualità dei lavori e promuove una competizione equa; 

11) in tale contesto, dovrebbero valutarsi modalità per assicurare alle Commissioni parlamentari competenti un monitoraggio periodico degli effetti delle misure agevolative volte alla riqualificazione del patrimonio edilizio, anche nell’ottica della razionalizzazione della spesa, al fine di accelerare i processi di miglioramento dell’efficienza energetica nazionale, in linea con gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima. 

Verso misure e incentivi per la riqualificazione con maggiore sinergia e gradualità

Il documento si conclude affermando che, nell’ambito dell’aggiornamento delle strategie, della revisione delle misure esistenti e della definizione di nuovi strumenti, si reputa necessario “puntare a misure e incentivi per la riqualificazione dell’edilizia privata e pubblica, che dovrebbero operare in una logica di maggiore sinergia rispetto alla sfida posta dal perseguimento di obiettivi ambientali sempre più ambiziosi, sinergia sia sul piano dei vari meccanismi di agevolazione, sia del loro finanziamento che dovrebbe avvalersi di risorse nazionali ed europee. Le azioni da mettere in campo dovranno essere comunque improntate a una certa gradualità e programmate in un orizzonte temporale ampio tenendo comunque conto delle peculiarità del patrimonio immobiliare nazionale”.

 

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